sabato 17 febbraio 2007

O rey

In questi tempi, in cui il Mezzogiorno d'Italia è ancora per molti simbolo stereotipico di arretratezza e degrado; in una regione, la Campania, di cui i media continuamente ritraggono scene di malasanità e criminalità, sovente figlie di un unica matrice di omertà e clandestinità; in una città, Napoli, vieppiù teatro di violenze pubbliche e private, di turpi faide consumatesi per motivi i più futili e che non hanno risparmiato le vite di bambini e innocenti; insomma, in una città che dipingiamo come eccessivamente lugubre per meri fini retorici, un uomo fende con la sua luce l'oscura nebbia dell'abbandono e del compromesso, e con la sua scienza riporta Partenope allo splendore dell'università borbonica.
Egli è il re in un'era di governo distribuito, è il riconquistatore che dalle due Sicilie domina fino al Piemonte. Ma soprattutto, è colui che ha reso un gioco da oratorio in un'arte da duello. Grazie Amedeo, questo blog è dedicato a te.